2. Civita di Bagnoregio: la città che muore nel cielo
Situata su un delicato altopiano vulcanico in provincia di Viterbo, nel Lazio, Civita di Bagnoregio sembra fluttuare sopra la valle circostante, accessibile solo tramite uno stretto ponte pedonale.
Fondata dagli Etruschi oltre 2.500 anni fa, la geologia unica della città, caratterizzata da argilla tenera e roccia vulcanica, ha portato a secoli di erosione, guadagnandosi il soprannome di “città che muore”.
Eppure, nonostante il suo stato precario, Civita di Bagnoregio rimane una di quelle gemme nascoste d’Italia dove storia, fragilità e bellezza convergono in un equilibrio mozzafiato.
3. Castelmezzano: un gioiello selvaggio nelle Dolomiti Lucane
Nascosto tra le vette delle Dolomiti Lucane, Castelmezzano sembra scolpito nella roccia arenaria.
La sua storia inizia tra il VI e il V secolo a.C., quando i coloni greci fondarono un villaggio noto come Maudoro. Successivamente, in epoca normanna, fu costruita la fortezza Castrum Medianum (che significa castello di mezzo) a guardia della valle tra le fortezze vicine.
Oggi, i resti del castello cingono ancora il villaggio, tra cui una ripida scalinata in pietra che conduce a un suggestivo punto panoramico. E per gli amanti del brivido, la zipline Volo dell’Angelo offre un’esperienza adrenalinica tra Castelmezzano e Pietrapertosa, raggiungendo velocità fino a 120 km/h e sospesi a più di 400 metri sopra il fondovalle.
4. Sant’Agata de’ Goti: la precaria bellezza della Campania
Sulle colline della provincia di Benevento, in Campania, Sant’Agata de’ Goti si erge maestosa in cima a una rupe di tufo a strapiombo tra due torrenti, con la sua sagoma medievale che si erge sopra una profonda gola.
Le sue origini risalgono all’antica città sannita di Saticula, e la città assunse il suo nome attuale durante il dominio longobardo nell’VIII secolo, probabilmente in onore di Sant’Agata di Catania. Nel corso dei secoli, influenze romane, normanne e angioine ne hanno plasmato l’identità stratificata.
Tra i punti di interesse principali figurano la Cattedrale dell’Assunta del X secolo e il Castello Ducale, fortificato dai Normanni. Oggi, le strade acciottolate di Sant’Agata, le case in pietra e le piazze tranquille offrono una fuga senza tempo nel sud Italia. Ed è un brillante esempio di come le gemme nascoste d’Italia possano sorprendere con la loro profondità di carattere e la loro bellezza senza tempo.
5. Brisighella: la città dipinta dell’Emilia-Romagna
Circondata da dolci colline e rigogliosi vigneti, Brisighella è una cittadina medievale nota per le sue case color pastello che si affacciano su strette vie.
Al suo centro si trova la Via degli Asini, un camminamento coperto del XIV secolo originariamente costruito per proteggere gli abitanti del villaggio e i loro animali. Nelle vicinanze, l’antica torre dell’orologio regala ai visitatori una vista panoramica sulla campagna circostante.
Oltre alla sua bellezza, Brisighella è nota anche per i suoi robusti vini Sangiovese e per l’olio d’oliva di alta qualità: prodotti che continuano a riflettere l’anima agricola del territorio.
6. Orta San Giulio: tranquillità sulle rive del Lago d’Orta
Sulla tranquilla sponda occidentale del Lago d’Orta, in Piemonte, Orta San Giulio è una cittadina medievale le cui origini risalgono all’epoca romana. Le sue strette vie acciottolate, i balconi fioriti e le accoglienti piazze creano un’atmosfera serena, perfetta per una tranquilla contemplazione.
Ciò che rende questo luogo ancora più speciale è che poco al largo si trova l’Isola di San Giulio, sede di una straordinaria basilica romanica del XII secolo e del monastero benedettino Mater Ecclesiae.
Rispetto alle città più affollate sui famosi laghi italiani, Orta San Giulio è rimasta un rifugio tranquillo, dove storia e natura si fondono perfettamente.
7. Noto Antica: la città perduta della Sicilia
Prima della bellezza ornata della moderna Noto, c’era Noto Antica: una fiorente città medievale che cadde vittima del catastrofico terremoto del 1693.
In seguito al disastro, gli abitanti della città si trasferirono nell’attuale sito di Noto, lasciando dietro di sé rovine ora sparse tra uliveti e vegetazione selvaggia. Tra i resti, si trovano chiese fatiscenti, palazzi e mura difensive, echi spettrali del passato resiliente della Sicilia.
8. Maratea: la perla nascosta del Tirreno
Maratea, incastonata tra aspre scogliere e lo scintillante Mar Tirreno, è uno dei segreti meglio custoditi dell’Italia meridionale: un luogo dove la bellezza naturale e una fede profondamente radicata si fondono.
Con numerose piccole spiagge incorniciate da una costa spettacolare e strade tortuose, la città offre un rifugio tranquillo circondato da paesaggi mozzafiato. A dominare il tutto si erge la monumentale statua del Cristo Redentore, conosciuta localmente come Cristo Redentore, alta 21,13 metri sulla cima del Monte San Biagio. Eretta nel 1965, è una delle statue di Gesù più alte d’Europa e un simbolo potente visibile da chilometri di distanza.
Sotto la statua, il centro storico di Maratea, noto come la città delle 44 chiese, vanta un numero impressionante di chiese e cappelle disseminate lungo le sue strette vie. Le torri medievali e gli antichi edifici raccontano storie di un passato plasmato dal commercio marittimo, dalla fede e dalla resilienza.
A volte chiamata l’altra Costiera Amalfitana, Maratea rimane piacevolmente incontaminata, dove la tradizione rivive in uno scenario mozzafiato: una vera perla per i viaggiatori in cerca dell’autentico fascino del sud Italia.
9. Borghetto sul Mincio: il villaggio dei mulini ad acqua
Cullata dal dolce scorrere del fiume Mincio, in Veneto, Borghetto sul Mincio è una pittoresca frazione di Valeggio sul Mincio, rinomata per il suo fascino medievale e gli storici mulini ad acqua.
Originariamente un guado strategico del fiume in epoca longobarda, prosperò poi sotto il dominio veneziano a partire dal 1405, diventando un centro agricolo e molitorio. Oggi, i visitatori possono ammirare i mulini ad acqua ben conservati, alcuni risalenti al XV secolo, che testimoniano il patrimonio storico e culturale del borgo.
Oltre alla sua storia, la cucina locale brilla grazie ai Tortellini di Valeggio: fagottini di pasta fatti a mano ripieni di carne, celebrati ogni anno durante la Festa del Nodo d’Amore, che onora una leggenda locale di amanti sfortunati. Durante l’evento, migliaia di persone si riuniscono per gustare il piatto a un tavolo comune che attraversa lo storico Ponte Visconteo.